Adolescenza, Sentimenti e Social N etwork: cosa succede all’amore romantico?

Adolescenza, sentimenti e social network: tre termini spaventosi se presi singolarmente, figuriamoci se uniti insieme! Può sembrare la ricetta di un mix letale e il primo istinto è quello di fuggire senza guardarsi indietro. Invece è importante soffermarsi a riflettere sul cambiamento sociale in cui gli adolescenti di oggi devono necessariamente crescere ( perché loro, non possono fuggire).

L’adolescenza e il suo compito evolutivo.

In adolescenza, il compito evolutivo da assolvere, secondo Erik Erikson e la sua teoria stadiale dello sviluppo, è quello di individuarsi rispetto alla famiglia d’origine e trovare il proprio posto nel mondo a livello affettivo, lavorativo e sociale. Ed è proprio in questo periodo che avvengono i cambiamenti corporei che segnano l’ingresso nel mondo adulto. L’adolescenza, è anche il periodo in cui l’individuo si affaccia alla scoperta delle relazioni amorose, segno che si è pronti ad esplorare la possibilità di lasciare la famiglia di origine per costruirne una propria.  In sintesi: un periodo di cambiamenti e rivoluzioni, in cui tutto viene messo in discussione, in cui si sceglie cosa tenere e cosa cambiare e in cui si mettono le basi per costruire l’individuo che diventeremo. Con l’avvento di Internet e le nuove tecnologie, a questo compito, già difficile e delicato, si aggiunge un ulteriore livello: quello delle relazioni mediate dal computer e ciò che questo significa in termini di: rapidità, performance, assenza di corporeità, assenza di linguaggio non verbale.

La Relazione

Quale scenario accoglie la relazione al giorno d’oggi? Mauro Magatti (200) definisce Tecno-Nichilista la condizione risultante dall’insieme della potenza tecnologica e il bisogno di una soggettività liberta dalle fatiche della ricerca di senso, che vie e sostituito con la ricerca della sensazione.  In questo contesto, lo stato nascente in cui si costruiscono le relazioni è caratterizzato da ipervelocità e ipercompetitività. Il conflitto che caratterizza questo tempo è, dunque, quello della Libertà-Sicurezza.

In questo contesto, la relazione diventa non più solo interpersonale ma ecologica in senso Batsenoiano del termine. Essa, infatti, si configura come luogo dell’esperienza comune, di incontro e mescolamento delle nostre co-esistenze.

L’Amore in una società individualizzata

Ogni tempo ha il suo modo di esprimere i sentimenti, soprattutto l’amore romantico.  L’amore è una esperienza che attraversa ogni generazione, a proprio modo. In adolescenza, l’esperienza amorosa è mediata dal contesto culturale e sociale in cui è inserita. Con l’avvento di Internet, l’esperienza amorosa diventa universale e peculiare al tempo stesso. Secondo Bauman (2003) a modificarsi è proprio la struttura del desiderio. Prima di tutto, la scelta del partner è più aperta rispetto al passato.  Il contatto avviene sulla base di una selezione operata partendo da una immagine e questo espone i ragazzi all’errore di sopravvalutare la dimensione fisica e di falsificare l’immagine reale dell’altro, idealizzandola.

Cosa succede quando incontriamo l’altro?

Nell’incontro con l’altro, si mette in atto una narrazione, ripercorriamo la nostra storia e la risignifichiamo, co-costruendola. La Rete è il luogo in cui queste storie vengono raccolte e raccontate, ma la rete è anche un luogo a rischio, ampio e incontrollate che sfugge al controllo.

La rete è ormai uno dei luoghi deputati alla crescita: si trasforma in ambiente sociale, dove è possibile incontrare l’altro e costruire così, la nostra narrazione. Tale ambiente non è sempre buono ma neanche necessariamente dannoso.

In adolescenza, condividere la propria realtà quotidiana mettendo in rete video, immagini e altri contenuti relativo alla propria quotidianità, diventa un modo per esprimere non verbalmente il turbolento mondo emotivo che ci si trova ad attraversare.  La complessità dei Social Network diventa quindi un luogo in cui i ragazzi e le ragazze trovano sia un supplemento al conforto e sostegno emotivo di cui hanno bisogno, che un luogo in cui praticare le prime prove d’amore che trovano diverse traduzioni nella vita offline.

Sempre connessi eppure soli

Lo scenario sopradescritto ha delle implicazioni nella costruzione del senso di sé ( Volpi, 2004). La rete fa da palcoscenico ad una scena di Analfabetismo Affettivo. Gli adolescenti si trovano soli, dispersi in un mondo emotivo in cui non sono capaci di orientarsi. In tale contesto, accompagnare gli adolescenti verso la vita adulta è sempre più difficile. Il periodo che identifichiamo come Adolescenza si è dilatato: precocizzato e al tempo stesso prolungato ben oltre il raggiungimento dell’adultità. Tale condizione è mantenuta attiva dalla ricerca di giovanilismo nei corpi, la moda fitness, la confusione dei ruoli. Tutto questo sfuma il confine tra adulti e ragazzi (Iaquinta e Salvo, 2017). Il fenomeno appena descritto co porta un livellamento dei ruoli per cui genitori e insegnanti perdono autorità, persi e impotenti di fronte a nuove sfide che non comprendono di adolescenti che sono sempre più soli in un mondo di connessioni continue. La comunicazione mediata dal Computer permette di raggiungere dei livelli di intimità maggiori rispetto alle relazioni face to face, proprio perché dietro allo schermi ci sentiamo protetti, meno giudicati. Le relazioni reali restano imprescindibili: che le relazioni sui social siano in gran parte, lo specchio di relazioni reali è innegabile. Tutta via le domanda che ci dobbiamo porre sono : stiamo costruendo relazioni più fragili? I giovani sono in grado di fronteggiare relazioni e sentimenti nella realtà?

Risvolti Individualistici

Quella di cui stiamo parlando è la generazione interattiva che costruisce la propria identità tramite elementi individualistici e votati alle sensazioni e alla apparenza riscontrati sui social network, piuttosto che sui propri contenuti e su valori sociali. Quello che conta è sostanzialmente mettersi in mostra ed essere ammirati. Per capire chi siamo e imparare ad amare, dobbiamo essere in grado di sostenere una  conversazione con l’altro. La ridotta capacità di conversazione, rischia di minare la capacità di riflessione e di concentrazione ( Turkle, 2016).

Un rischio reale che si incorre con le relazioni costruite in rete, è quello di costruire un’immagine dell’altro molto lontana dalla realtà. L’ enorme distanza tra la realtà e la fantasia fa in modo che ci sia spazio per modellare l’immagine dell’altro in base al nostro bisogno, costruendo così un’immagine non realistica dell’altra persona. In questo modo si creano delle relazioni in cui la dipendenza dall’altro è forte poiché radicata in un bisogno soggettivo dove non c’è la difficoltà di confrontarsi con un reale in grado di ostacolare o smentire la nostra fantasia.

Conclusione

Quanto sopra descritto vuole essere uno stimolo ad una riflessione, la presa di coscienza di uno stato attuale. Sarebbe impossibile e anacronistico pensare di proibire l’uso di dispositivi mobili o l’accesso a Internet ai nostri ragazzi. Quello che, da adulti, siamo chiamati a fare, è piuttosto essere consapevoli del cambiamento in cui siamo immersi e sostenere i ragazzi dando loro gli strumenti di cui hanno bisogno per fronteggiarlo.